Leggi il discorso di apertura alla prima di soriteatro

del Sindaco di Sori Paolo Pezzana

le foto dello spettacolo con Moni Ovadia

Odissea un racconto mediterraneo - La gara dell’arco (31 foto)

Invio del modulo in corso...

Il server ha riscontrato un errore.

Modulo ricevuto.

Teatro Comunale di Sori

via Combattenti Alleati

Comune di Sori

info e biglietteria

Pro Loco Sori

orario 10-12 • 16-18 dal Lun al Ven

0185 700681

prolocosori@libero.it

 

+39 32905409450

 Teatro Pubblico Ligure per la stagione di Sori

sito curato da ilpigiamadelgatto.it

ISCRIVITI ALLA NOSTRA MAILING LIST

torna

Il discorso di apertura del Sindaco di Sori

Paolo Pezzana alla prima di soriteatro

 

Io vedo un convivio stasera

 

Benvenute amiche, ben trovati amici, sorelle, fratelli, compagni, qui, stasera, d’inverno, piovosa sera, di lunedì.

Un convivio io vedo stasera, qui, d’inverno, ai margini, di lunedì.

Una mensa apparecchiata per noi, di lunedì, quando non usa, quando pare non potersi, non doversi, invernale lunedì.

E noi siamo qui, ad accogliere l’invito che una parola ci ha portato, ad attendere che una parola sia servita, ben condita e mesciuta, a gustare viva parola di carne e suono vivace di spirito, a ricercare letizia inattesa e gioia dall’incontro.

 

Diceva Ivan Ilich che oggi l'uomo arriva a diffidare della parola, pende da un sapere presunto. Il voto rimpiazza la discussione, la cabina elettorale il tavolino del caffè. Il cittadino si siede dinanzi allo schermo e tace. Il consumatore-utente ha bisogno della sua dose di sapere garantito, accuratamente preconfezionato. Trova la propria sicurezza nella certezza di leggere lo stesso giornale del vicino, di guardare la stessa trasmissione televisiva del suo padrone. Si accontenta di avere accesso allo stesso rubinetto di sapere del suo superiore, anziché perseguire l'uguaglianza di condizioni che darebbe alla sua parola lo stesso peso di quella del suo padrone. La dipendenza, che tutti accettano come ovvia, nei confronti del sapere altamente qualificato prodotto dalla scienza, dalla tecnica e dalla politica, erode la fiducia tradizionale nella veracità del testimone e svuota di senso i modi con cui gli uomini possono scambiarsi le proprie certezze.

 

La convivialità è invece stile opposto, esperienza diretta e partecipata della semplicità della libertà e del suo gusto autentico e primordiale, potere istituente per ciò che vorremmo essere e troppo spesso non siamo.

Siamo qui a fare esperienza di questo stasera, attraverso il liberante strumento della parola che racconta.

Siedono con noi un maestro di cerimonia, sapiente regista tessitore, le cui trame all’arte di volti e parole sanno rendere gusto raffinato e popolare. A lui noi siamo grati, perché con poetico coraggio e saggio ardimento ha saputo render possibile ciò che agli occhi di un contabile mai lo sarebbe stato.

Siederà a breve con noi un araldo, un cantore, un sublime messo della parola che con la sua narrazione ci consentirà il nutrimento per il quale ci siamo riuniti. Anche a lui noi siamo grati, perché il suo non è semplice mestiere ma partecipazione attiva e consapevole, semplice e magistrale, allo stile che con questa sera, in questo luogo, vogliamo assumere.

 

Sediamo noi. con le nostre fragilità e bellezze, sogni e delusioni, parole e sensazioni. esperienze e rimpianti, amori e tristezze, storie narrate e da narrare.

Sediamo qui non per dimenticarci di noi stessi in uno svago precondizionato e nichilista, ma per assumere noi stessi come storia, da raccontare, da agire, da amare, da rendere vita e tessuto comunitario.

Siamo noi ed il nostro convivio i protagonisti di questa sera, insieme ad Odisseo, al suo arco, a Telemaco, a Penelope ed ai Proci  ed insieme al narratore, al grandissimo narratore che Omero condurrà a breve palpabilmente tra noi.

Quale indegno e temporaneo padrone di casa, non posso che accogliervi con letizia a questo convivio, ed augurare a voi quel bene, gioia, letizia, scoperta, palpito, risoluzione che solo al convivio della parola narrata in comunità si può manifestare.

 

È bello vedervi qui, è bello sapere che al conviviale incontro di stasera altri ne seguiranno sino a maggio, è bello sapere che vogliamo sempre essere in molti, perché è solo se è per i molti che la bellezza, come l’amore e la libertà, può esercitare il suo salvifico potere.

È buona politica quella che tutti insieme stiamo facendo qui stasera; la politica di coloro che oggi, dinanzi allo spirito tormentato del nostro tempo, sanno con certezza che la loro arma, il loro arco micidiale, ciò che può aiutarli a vincere oggi è solo uno: la nostra cultura, popolare, autentica, diffusa, accessibile, sempre rinnovata.

 

Non abbiamo altre armi, non vogliamo altre armi: ricopriamoci di bellezza e cultura, contagiamo e lasciamoci contagiare da essa, e il futuro verrà.

 

Buon appetito amici miei e arrivederci a presto

 

 

Paolo Pezzana

Sindaco di Sori